Go on and try to tear me down I will be rising from the ground Like a skyscraper

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Era.. Natale.
Il primo Natale che non passavo accanto alla mia famiglia. Mia madre e mio padre, mio marito e tutti i miei amici d'infanzia oppure le modelle appena conosciute su qualche passerella.
I Natali a Parigi erano sempre stati stupendi, c'era la neve e c'era la compagnia, l'albero di Natale allestito al centro della casa dove ci riunivamo tutti la mattina per scartare i regali.
Quest'anno era tutto completamente diverso.
C'eravamo solo io e Danielle, e qualcuno ancora non conosciuto proprio dentro di me. Non c'erano alberi di Natale giganti al centro della casa, ma uno piccolo piccolo sopra la credenza dove avevo posizionato un solo regalo, per la mia bambina.
Le avevo comprato un nuovo giochino, e quando l'aveva aperto non aveva aggiunto altro oltre ad un grazie smorto. Gli mancava Parigi e gli mancava Francis, si vedeva, ma non potevamo piangerci addosso la sua assenza.. era lui che ci aveva abbandonate, che l'aveva.. abbandonata.
Così per distrarla la porta al parco, avrebbe giocato sotto la neve e si sarebbe divertita.
Il parco non era molto popolato.. a parte una persona, che anche da lontano, riuscì a riconoscere.
Tom.

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Danielle si liberò quasi subito dalla mia stretta per correre a fare gli angeli di neve. Pensai che Tom volesse fare lo stesso visto che si stese sulla neve gelata. Nel dubbio pensai di avvicinarmi, era solo e... nessuno voleva stare solo a Natale.. o sbaglio?
Mi avvicinai a passo lento, lasciando la mia bambina giocare tranquilla. - Hei.. guarda un pò chi si rivede. Buon Natale. - Gli dissi, rimanendo comunque alzata a fissarlo sorridendo.
Lo trovai di nuovo un segno del destino visto che, ogni volta che pensavo a dimenticare il passato, mi ritrovavo lui davanti.

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Conoscevo la storia di quel ragazzo. Sapevo che la fidanzata lo aveva lasciato e che per questo motivo lui era un pò giù di morale, ma avevo pensato avese una famiglia che comunque lo amavo e no che il giorno di Natale stesse da solo. Come ho già detto nessuno merita di stare da solo a Natale.
Non sembrava particolarmente entuasto, Tom. Ma lo capivo più di chiunque altro anche se lui non lo sapeva, anche io ero stata come lui ma mi ero fatta forza per Danielle.. e lui ora doveva farsi forza... per se stesso.
- Gradirei invitarti alla cena di Natale, questa sera, a casa mia. - Dissi. - Siamo solo, tu ed io.. e Danielle, nulla di particolare. - Aggiunsi sorridendo.

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Un disperso che vaga nel mondo.
Già, lo ero anche io. Tom neanche immaginava quanto simili eravamo, ma dirglielo avrebbe rovinato tutto e basta.
Dopo le sue parole lanciai uno sguardo a Danielle che giocava su uno scivolo ricoperto dalla neve e mi ricordai che Tom non sapeva fosse mia figlia, ma mia sorella e perciò pensai che per l'ora che Tom sarebbe arrivato a casa, avrei dovuto metterla a letto. Così saremmo anche rimasti da soli.
Così tornai a guardare il ragazzo, sorridendo alle sue parole.
- Sei il benvenuto, non preoccuparti. - Gli dissi cordiale. - Ci vediamo per otto e mezza? - Così avrei avuto il tempo di far mangiare Danielle e di metterla a dormire.
Lei era una bambina calma, avrebbe dormito tutta la notte, era abituata ad addormentarsi presto.