Shock to the System

Stupida aria invernale. Odiavo l'inverno, il freddo che ti congela, il respiro che crea la nuvoletta di vapore. Lo odiavo, basta.
Bene, lo ammetto... era una novità per me. Fino a qualche mese prima amavo l'incerno, il fatto che ci fosse Natale, potersi scambiare regali con le persone care e al freddo, riscaldarsi con la persona che amiamo di più al mondo.
Da quando Kate se n'era andata nella mia vita era cambiato tutto.
Adesso odiavo persino la mia stagione preferita.
Strofinando le mani tra di loro per riscaldarmi entrai in un bar dove venni sorpreso dall'aria calda dei termosifoni.
Feci un respiro di sollievo mentre sentivo il calore riscaldarmi e andai a sedermi ad un tavolino, ordinando al cameriere una cioccolata calda con la panna e la spruzzata di cacao sopra.

La cioccolata mi venne portata in pochi minuti e immediatamente presi la tazza tra le mani per riscaldarmi.
Iniziai a sorseggiarla, scottandomi anche la lingua, ma in quei momenti era una cosa considerata piacevole.
Ringraziai il ragazzo e gli diedi i soldi con una piccola -grande- mancia.
Pagavo sempre prima per non avere il pensiero di dover dare i soldi mentre mi gustavo le cose da mangiare e da bere.
Una ragazza, seduta poco distante da me, aveva preso la mia stessa ordinazione.
Beh, che dire... la cioccolata calda lì, probabilmente, era una specialità.

Mentre assaporavo il sapore della mia deliziosa cioccolata ad una ragazza cadde la borsa proprio vicino a me, facendone rovesciare tutto il contenuto.
Questo mi distrasse dai miei pensieri e dai miei problemi che facevano tutti riferimento alla mia adorata Kate e a quella merda del mio amico.
A quanto pare è proprio vero che la gente che ama di più è quella che alla fine soffre.
Istintivamente mi chinai ad aiutarla porgendole il telefono finito sotto il tavolino - Credo ci sia tutto - dissi per tranquillizzarla: sembrava abbastanza imbarazzata.

Si scusò per l'interruzione e da questo pensai che il mio volto cambiava espressione quando mi immergevo nei miei problemi.
Sorridendole dissi - Si figuri... non ha interrotto niente. -
Ennesima bugia... ma tanto ormai non avevo da pagare nessuna conseguenza per queste piccole cose.
Come mamma e papà mi avevano insegnato, mi comportai educatamente e le chiesi - Posso offrirle qualcosa? -
Sembrava andare abbastanza di fretta ma tanto chiedere non è mai costato nulla.

Incredibilmente rifiutò la mia offerta.
Dico così perchè di solito le donne mi chiedono di accompagnare perfino in chiesa pur di stare un po' con me, per questo mi stupii.
Accennai un sorriso e dissi - Come preferisce -
Però, immediatamente venni travolto dalla curiosità - Non vorrei sembrarle scortese ma fuori si gela... è sicura di non voler rimanere qui? Magari facciamo quattro chiacchiere -
Avevo bisogno di pensare ad altro oltre che a Kate. Rimanendo solo ero in grado di arrivare fino all'autodistruzione.
La domanda era... visto che le avevo dato tutto quello che avevo, aveva il mio cuore in mano e ci ha giocato... Perchè?

Un altro ragazzo entrò nel bar e aprendo la porta il gelo invase la stanza per qualche secondo prima di cedere spazio al calore.
Mi sedetti nuovamente e questa volta con la ragazza davanti che si presentò.
Jacqueline.. sembra francese. Di volta gli porsi la mia mano dicendo - Tom Grey - accennai un sorriso.
- Il suo nome mi sembra francese... erro?-
Lo dissi per gentilezza, conoscevo benissimo il francesce come l'italiano, lo spagnolo e il tedesco. Se mi fossi sbagliato l'unico motivo era sempre ed unicamente Kate che mi aveva lasciato a marcire già da due mesi.
Avevo deciso di aspettarla perchè ero convinto che i suoi sentimenti per me erano veri.
E invece, così, non facevo altro che buttare dalla finestra le mie giornate perchè nel profondo, in effetti, sapevo che non sarebbe mai più tornata.
Chi dice che i soldi fanno la felicità non sbaglia affatto, ma dipende a chi la fanno.
E' stato così anche per me da quando sono nato e invece erano proprio i soldi a distruggermi.
La gente si avvicinava a me perchè ero bello: bella faccia, bel fisico e perchè, prima, si era informata del mio stato economico.
Nessuno si era mai avvicinato a me con l'intenzione di iniziare una "storia d'amore".
Tranne Kate, o almeno così credevo. E invece lei era come tutte le altre.

Ascoltai le sue parole annuendo e quando mi disse che era lì da due mesi, come se le parole uscissero da sole dalla mia bocca dissi - A quanto pare ad ottobre abbiamo voltato pagina entrambi -
Dopo pochi secondi mi resi conto di quello che avevo detto e immediatamente alzai lo sguardo mortificato dicendo - Scusami, non volevo sembrare scortese. Sto solo... Mi interruppi considerando il fatto di non trovarmi in una seduta psichiatrica - psicologica e che se avessi iniziato non mi avrebbe fermato neanche una cannonata. ... Lasciamo perdere - dissi infine, girando il bastoncino nella cioccolata ancora bollente.

- Io... beh... mi interruppi non sicuro se continuare o lasciar perdere, ma in quel momento avevo una bomba ad orologeria dentro che stava per scoppiare e decisi di confidarmi con qualcuno che non avevo mai visto in vita mia sono benestante, pure troppo. Ogni singola persona, ragazza, che si avvicina a me lo fa per il mio stato economico. E' stato sempre così, dall'inizio dell'adolescenza al giorno d'oggi. Però, anche se ne sono sempre stato consapevole, al cuor non si comanda. Sono stato stregato per un periodo ben definito da una ragazza chiamata Kate che due mesi fa mi ha lasciato per trasferirsi in Germania con il mio migliore amico. - Nel dirlo, la bomba stava esplodendo. Fui invaso dalla rabbia e, con una forza inaudita, buttai la tazza a terra, facendo rovesciare tutta la cioccolata fumante sul pavimento. - Sono stanco di essere usato. Anche io ho dei sentimenti. - I miei occhi avevano bisogno di lacrime, ma le trattenevo.